Jonathan Rea, le ragioni di un disastro

Jonathan Rea, le ragioni di un disastro

Jonathan Rea, le ragioni di un disastro

Il britannico, sei volte campione del mondo, è riuscito ad andare a punti chiudendo all’ottavo posto Gara 2 a Barcellona. Ma quando ha lasciato Kawasaki per Yamaha gli obiettivi erano decisamente più ambiziosi

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Cosa succede a Jonathan Rea? Il sei volte iridato, quello che riusciva a fare andar forte una moto anche se non era competitiva, quello che non molla mai, quest’anno non sta cavando un ragno dal buco. In difficoltà in prova, in difficoltà in gara. Nel round Catalunya finalmente è riuscito ad andare a punti, ottavo in Gara 2. Ma è con obiettivi ben più diversi che aveva lasciato la Kawasaki per la Yamaha.

 

Ci vuole tempo per tornare in alto

Jonny non si nasconde dietro un dito: “Nel complesso è stato un weekend molto deludente. Abbiamo fatto dei progressi anche se non sembra. In Gara 2 non abbiamo avuto problemi e abbiamo conquistato i primi punti della stagione. Partendo 13° ho fatto fatica dato che all’inizio devi essere un po’ più aggressivo, ma così facendo ho consumato le gomme e nella seconda parte di gara ho cercato di conservarle il più possibile. Nel finale credo di essere tornato sotto a piloti come Remy Gardner, Danilo Petrucci, Michael van der Mark e Alex Lowes. Avevano ridotto un po’ il loro ritmo ma non abbastanza. Li stavo raggiungendo ma la gara era ormai finita”.

 

Lo scorso anno l’ottavo posto sarebbe stato considerato un risultato pessimo.

“Al momento non siamo dove vogliamo essere, dobbiamo invertire la rotta; abbiamo avuto tanti problemi sul nostro cammino e li stiamo affrontando molto bene come team, provando a respirare e voltare pagina”.

Cosa manca per tornare ad essere competitivo?

“Sto cercando ancora il mio posto e sto provando a capire la moto. Sto mettendo tanta pressione al team affinché mi dia ciò di cui ho bisogno per essere veloce. Ci vuole tempo ma sono sicuro che arriverà. Credo davvero tanto nelle persone che ho intorno a me. Non ci arrenderemo e la prossima gara è ad Assen, un terreno di caccia favorevole per me, quindi per quanto mi riguarda non ci potrebbe essere pista migliore per provare a conquistare dei punti importanti”.

Chi si sarebbe aspettato una situazione così difficile?

“Devi prendere tutte queste piccole vittorie; non siamo in lotta per il podio che è sempre l’obiettivo. Il Campionato è molto combattuto; l’anno scorso in una giornata storta avresti potuto lottare per una top ten mentre ora, se le cose non vanno per il verso giusto, fai tanta fatica. Dobbiamo trarre il massimo dai nostri weekend e provare a restare fuori dai problemi. Non possiamo forzare la situazione ma quando le cose miglioreranno sono sicuro che faremo un passo avanti”.

 

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