Multe e bolli auto non pagati: arriva la pace fiscale

Multe e bolli auto non pagati: arriva la pace fiscale

Se non è un condono, poco ci manca. Anzi, è proprio questo il termine utilizzato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, in ordine alla presentazione del decreto Sostegni (da 32 miliardi di euro) che si prefigge il traguardo di supportare le imprese, il lavoro e la lotta contro la perdurante emergenza sanitaria. Ma andiamo con ordine. “L’obiettivo – ha osservato il premier durante la conferenza stampa in cui venivano illustrati i capitoli del programma – consiste nel dare più soldi possibili a tutti, il più velocemente possibile”. Nello specifico, l’esecutivo ha dato un sostanziale colpo di spugna alle vecchie cartelle con importi fino a 5.000 euro e che, dunque, riguardano anche i bolli auto e le multe non pagati.

Quali differenze rispetto alla bozza

Si tratta di una conferma rispetto a quanto trapelato di recente, e che avevamo riportato. Con la differenza che riguarda non le pendenze fiscali fino al 2015 e senza alcun limite di reddito (come si ipotizzava nella bozza di decreto e come auspicavano Lega e Forza Italia), quanto le cartelle esattoriali comprese fra il 2000 ed il 2010, ed a carico esclusivamente di quanti abbiano un reddito Irpef fino a 30.000 euro. Come si accennava in apertura, la “cancellazione” delle vecchie cartelle è stata indicata da Draghi come “Un condono, ma di multe che risalgono a più di dieci anni fa, che abbiamo contenuto nell’importo di 5.000 euro”; il presidente del Consiglio ha poi specificato che, defalcate le varie sanzioni, corrispondono a “Circa 2.500 euro, ed all’interno di “Un tetto: uno scaglione di reddito per il quale, attraverso questo azzeramento” si consente alla pubblica amministrazione di “Perseguire la lotta all’evasione in modo più efficiente”.

Le misure in sintesi

Un’indicazione delle modalità adottate è stata pubblicata, nel portale Web del Governo, in una sintesi che, sotto la voce “Misure fiscali”, evidenzia quanto segue:

  • Cancellazione delle cartelle esattoriali fino a 5.000 euro del periodo 2000-2010 per i soggetti con reddito inferiore a 30.000 euro;
  • Definizione agevolata degli avvisi bonari sui periodi di imposta 2017 e 2018 per i soggetti che hanno subito un calo del volume d’affari del 30% rispetto al 2019;
  • Proroga della sospensione delle attività di riscossione coattiva fino al 30 aprile.

Milioni di cartelle inevase

Anche l’amministrazione guidata dall’ex presidente della Banca Centrale europea, dunque, si è fatta “tentare” dalla mania del condono che spesso preoccupa i Governi che via via si susseguono? Molti utenti (virtuosi, cioè quanti abbiano nel tempo provveduto a pagare con regolarità il bollo del proprio veicolo così come le multe dovute ad infrazioni al Codice della Strada) potrebbero restare perplessi di fronte a questa decisione. In effetti, esiste una giustificazione: lo stralcio delle vecchie cartelle esattoriali – che ha ricevuto il “disco verde” dal Consiglio dei Ministri venerdì 19 marzo 2021, il “via libera” dalla Ragioneria generale ed entrerà in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale per essere poi presentato alle Camere in vista della sua conversione in legge – consiste in un provvedimento che permetterebbe allo Stato di alleggerire in maniera notevole l’ammontare delle cartelle rimaste inevase negli uffici dell’Agenzia delle Entrate. La stima calcola in effetti circa 130 milioni di pratiche in giacenza, per la maggior parte relative a tributi non riscossi e multe non pagate, molti dei quali non arrivano a 3.000 euro. Un sistema che darà ossigeno al recupero dei debiti con importi più elevati e che diano ragionevoli speranze di recupero.