MotoGP, 366 km/h fanno paura: bisogna cambiare strada

MotoGP, 366 km/h fanno paura: bisogna cambiare strada

MotoGP, 366 km/h fanno paura: bisogna cambiare strada

MotoGP news – Negli anni la velocità massima dei prototipi è andata sempre aumentando, ma ora che si è arrivati a 366.1 km/h la situazione preoccupa. Capirossi e Dall’Igna ci aiutano a capire come si è arrivati a questo punto e come si può correre ai ripari

serenazunino

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Quanto è aumentata la velocità in pochi anni
Negli ultimi anni la MotoGP è cambiata e il motivo alla base di questo cambiamento si chiama, principalmente, aerodinamica. Le moto di oggi hanno un aspetto estetico molto diverso rispetto a quelle di dieci anni fa e, in contemporanea, lo sviluppo dei motori ha fatto crescere le potenze. Così è aumentata considerevolmente la velocità in pista e quello che un tempo era il record, i 350,8 km/h fatti registrare da Andrea Iannone nel 2015, in breve tempo è diventato solo un lontano ricordo. Oggi infatti il record di velocità, ottenuto al Mugello da Brad Binder, quindi con la KTM, è di 366,1 km/h,  e subito dietro c’è Enea Bastianini, che sulla stessa pista, durante la Sprint, ha toccato i 364,8 km/h: numeri incredibili mai visti prima. Che un tempo era solo un miraggio.

Essendo aumentate così tanto le prestazioni, nei test pre-stagionali di febbraio, in Malesia, ben quattro piloti hanno battuto il record della pista ma la prestazione più eloquente porta il nome del campione in carica. Francesco Bagnaia aveva migliorato la pole position del GP precedente, solo qualche mese prima, di ben otto decimi. Anche in Qatar, in occasione del primo appuntamento stagionale, si è visto un miglioramento sui tempi. Basti pensare che lo stesso Bagnaia l’ha completata in 39 minuti, mentre il vincitore della passata edizione, Fabio Di Giannantonio, la completò in 41 minuti (percorrendo un giro in più).

Capirossi spiega la situazione da un punto di vista tecnico
A spiegare come si è arrivati a questo punto è Loris Capirossi, che al Corriere della Sera ha raccontato: “Negli ultimi 4 anni c’è stato uno sviluppo stratosferico soprattutto a livello aerodinamico. L’ex pilota, oggi impegnato nella sicurezza in pista con Dorna, ha aggiunto: “Le moto, per esempio hanno delle grandi ali sull’anteriore che permettono loro di scaricare a terra molti dei 300 cavalli che sono in grado di erogare. Inoltre, le squadre stanno lavorando anche sul codone, la Ducati è stata la prima a presentare quattro ali. La Honda ne ha sei e questo favorisce stabilità, percorrenza e velocità in frenata”. Oltre a questo c’è anche l’abbassatore holeshot, introdotto da Ducati nel 2018, che negli anni tutti i concorrenti hanno copiato. Questo sistema permette alla moto di abbassarsi e diventa così come un’ulteriore sospensione.

La considerazione di Dall’Igna
Tutto questo, però, è destinato a cambiare. Infatti Dorna, con l’aiuto delle squadre, sta valutando proprio in questo momento il nuovo regolamento che durerà dal 2027 al 2031 e in cui potrebbe cambiare la cilindrata. Dai 1000 attuali, infatti, le moto potrebbero passare a 850 cc. Entro fine stagione le Case potranno fare proposte, che poi Dorna valuterà e il direttore generale di Ducati Corse Gigi Dall’Igna al sito tedesco Speedweek ha dichiarato: “La velocità massima è troppo alta, ci causerà problemi se non facciamo nulla. Il prossimo regolamento durerà fino al 2031, tra otto anni, e se continuiamo con le moto di 1000 cc la velocità continuerà ad aumentare e questo creerà problemi”. Tradotto, è meglio correre ora ai ripari.

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