Forza Horizon 5: arriva il ban da 8.000 anni

Forza Horizon 5: arriva il ban da 8.000 anni

Forza Horizon 5 è uno dei capitoli videoludici dedicati al mondo dell’automobile più interessanti e di successo degli ultimi mesi. Un’esperienza che immerge il giocatore in un’avventura affascinante nelle strade del Messico, tra sabbia e boschi, strade dissestate e incantevoli cittadine. La comunità di giocatori online è diventata molto grande in breve tempo, per la gioia degli sviluppatori di Playground Games, tuttavia c’è qualcuno che ha osato fare una livrea alla propria auto un po’ troppo audace, tanto che gli è costata un’espulsione dalla community che vale tutta la vita (e anche oltre).

Un ban senza precedenti

In questo videogame viene offerta la possibilità di rendere il più possibile personale la propria auto, modificandola nelle parti tecniche e soprattutto a livello estetico, passando dai kit per la carrozzerie alle livree. Un utente per queste modifiche è riuscito a prendendosi un ban per 8.000 anni dai creatori del gioco, ovvero Turn 10. Sicuramente una pena esemplare. Il motivo di questa sanzione incredibile è che il giocatore ha creato e condiviso una livrea non consona agli standard della community. La livrea dell’auto, infatti, immortala il leader e dittatore nordcoreano Kim Jong Un, inserito nel logo di KFC al posto del celebre Colonel Sander con una scritta “Send Nukes”, letteralmente invia i missili. 

Dopo aver ricevuto l’espulsione, il giocatore ha provato a collegarsi e di fronte gli è apparso questo messaggio: “Il tuo gamertag è stato bannato da questa funzione”, con una nota che afferma che la data di annullamento è il 31/12/9999. I commenti degli utenti non sono mancati, ad esempio vale la pena notare che essere bannato in modo permanente/fino al 9999 per un primo reato è ritenuto troppo pesante. Ban temporanei, certo. Ma i ban permanenti dovrebbero essere riservati a coloro che hanno già dimostrato di non saper cogliere l’avviso”.

Il giudizio degli utenti

La community ha iniziato a lamentarsi pubblicamente dell’accaduto, soprattutto poiché di fronte a un ban non esiste un modo di appellarsi e decisioni del genere vengono prese in maniera arbitraria, tenendo fuori per sempre giocatori mossi magari dalle migliori intenzioni.